Le regole ordinarie che disciplinano le visite si possono derogare o il diritto di visita è uno dei casi di «stato di necessità» disciplinati dai decreti sull’emergenza?
Avv. Antonella Tarroni
La situazione venutasi a creare con la diffusione del Coronavirus e il susseguirsi di decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri che hanno sempre più limitato gli spostamenti delle persone, hanno indotto alcuni/e clienti a domandare se queste limitazioni possano consentire una deroga alle regole ordinarie di visita dei figli minori stabilite in sede di separazione o di divorzio o adottate nei procedimenti relativi all’affidamento dei figli, in caso di coppie non coniugate.
In particolare, mentre le madri collocatarie si chiedono se è legittimo rifiutarsi di far uscire il figlio da casa per affidarlo alle cure del padre, dall’altro lato, i padri domandano se la madre è tenuta a consentire loro di prelevare il figlio e se il loro spostamento per esercitare il diritto di visita può rientrare nei casi di necessità previsti dai decreti governativi.
Il genitore «non collocatario» è titolare di un «diritto-dovere»
Considerato che il diritto del genitore non collocatario è un diritto-dovere e considerato altresì che sono in primis i figli minori ad avere il diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con entrambi i genitori, le trasferte che servono ad esercitare questi diritti rientrano sicuramente tra le situazioni di necessità che legittimano lo spostamento del genitore non collocatario per recarsi a prendere i figli facendoli uscire dalla casa del genitore collocatario per poi ricondurveli.
Il Governo, con una nota del 10/03/2020 sul proprio sito, ha chiarito «gli spostamenti per raggiungere i figli minorenni presso l’altro genitore o comunque presso l’affidatario, oppure per condurli presso di sé, sono consentiti, in ogni caso secondo le modalità previste dal giudice con i provvedimenti di separazione o divorzio».
Dovrebbe essere spontaneo per i genitori responsabili e dotati di buon senso evitare di applicare alla lettera quanto stabilito dal giudice laddove questo possa costituire un concreto pericolo per la salute dei figli minori, quindi le situazioni vanno valutate singolarmente e caso per caso.
Se, ad esempio, in sede di separazione fosse stato stabilito che il padre vada prendere i figli a giorni alternati durante la settimana, in questa situazione di emergenza, i genitori potrebbero opportunamente modificare questa prassi per evitare ai figli troppi spostamenti, potenzialmente pericolosi per la loro salute.
I genitori che concordassero di sostituire le visite infrasettimanali con un periodo più lungo e continuativo, tanto più tenendo conto che le scuole in questo periodo sono chiuse si mostrerebbero responsabili e ragionevoli.
E ancora, sempre a titolo di esempio, il padre che abbia avuto contatti con persone risultate positive al Coronavirus o si trovi in situazione di dubbio, dovrebbe astenersi e soprassedere all’esercizio del diritto-dovere di stare con i figli e informarne preventivamente la ex moglie/compagna.
Insomma, in questa situazione la cosa migliore sarebbe che alcuni genitori mettessero da parte la loro conflittualità e nell’esercizio della loro responsabilità genitoriale costruissero una genitorialità responsabile.
Questo periodo di emergenza potrebbe essere una buona occasione per farlo.
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